In occasione della giornata mondiale della salute mentale e celebrando il quarantennale della legge 180, il Centro Salute Mentale e il Comune di Termoli in collaborazione con la CRI organizzano la "Festa della bellezza".
Mercoledì 10 ottobre 2018 dalle 9.000 alle 18.00 in Piazza Monumento a Termoli.
Alla manifestazione collaborano numerosi partners, con specifiche iniziative.
La giornata sarà così strutturata:
Ore 9.00
Apertura stands
Ore 9.45-11.30
Riflessione-confronto nel tendone centrale
Ore 11.45-13.00
Esperienza di gruppo: psicoanalisi multifamiliare
Ore 13.30
Pausa
Ore 14.30-15.45
Esperienza di gruppo: social dreaming matrix
Ore 16.00-16.45
Presentazione del Concorso letterario “Descrivere l’invisibile”
Ore 16.45-17.45
Esperienza di Tango: la danza per comunicare
Ore 18.00
Chiusura
Perché intitolare l’evento alla “Bellezza”?
Perché riteniamo che il vivere perseguendo la ricerca della bellezza dovrebbe essere un costante esercizio finalizzato ad allargare il proprio punto di vista; è cercare costantemente dentro e fuori di sé (e coltivare per tutta la vita) l’armonia, che lo sguardo affina solo andando oltre la limitata visione umana razionale e causalistica; è la riscoperta dell’intrinseco significato etico dell’esistenza, finalizzato allo scambio con l’Altro e in ultima analisi alla felicità.
Ma ci ispira anche Kant, quando ci regala della bellezza definizioni di immensa profondità:
- La bellezza come universalità, come ciò che piace, goduto spontaneamente e individualmente, senza sottomissione a giudizi critici.
- La bellezza guardata, vissuta e agìta come disinteresse, quindi non per il possesso che ne possiamo avere, ma solo per la conoscenza e per le rappresentazioni che individualmente ne facciamo.
- La bellezza come contemplazione, come saper rendere degne di meraviglia parole e cose, in tutte le forme possibili nei differenti momenti della giornata; un contemplare che si apra alla curiosità e al misterioso, creando e ricreando il senso dello stare al mondo.
- La bellezza come necessità e finalità stessa dell’esistenza, senza scopi, se non quello del godimento per ciò che rappresenta in sé per ognuno e in quanto apportatrice di benessere.
In fondo, l’esperienza quotidiana degli operatori della salute mentale e l’attenzione costante e consapevole degli Amministratori locali impegnati con le problematiche sociali, si muovono tra i due poli: bellezza da una parte e brutto, grottesco, perturbante dall’altra. Ma i poli rompono il campo di una idealizzazione pericolosa e astratta, tenendo conto di quanto la tensione verso il bello faccia parte dell’utopia irrinunciabile dello stesso impegno professionale e politico/amministrativo.
Ma anche qualche spunto celebrativo per i 40 anni di vita della Legge “180”
I programmi per la tutela della salute mentale rappresentano una delle poche eccellenze riconosciute all’Italia nel mondo. Un sistema purtroppo non omogeneamente distribuito e non perequatamente finanziato, che comunque conta una vasta e capillare rete di strutture psichiatriche, articolata in 163 Dipartimenti di Salute Mentale, 1460 strutture territoriali, 2284 Strutture residenziali che ospitano oltre 30.000 persone, 899 strutture semiresidenziali, 285 Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura Ospedalieri. Un sistema che garantisce ogni anno l’assistenza a oltre 800.000 persone, grazie all’impegno e alla dedizione di circa 30.000 operatori, che troppo spesso vengono lasciati soli di fronte a un immane e crescente onere di responsabilità e impegno, talora anche al prezzo di rischi personali.
Quanto sopra si snoda tra luci e ombre, tra eccellenze e miserie, tra investimenti e depauperamenti, tra semplicistici ipertecnicismi e virtuosi progetti di complessiva presa in carico di Soggetti e Famiglie. Il settore della tutela della salute mentale è un sistema assistenziale costruito faticosamente in 40 anni, che rischia di depotenziarsi se non adeguatamente finanziato. Infatti in Italia la media degli investimenti è meno del 3,5% del totale della spesa sanitaria italiana, mentre in Paesi come Francia, Germania, Inghilterra si investe dal 10 al 15%.
Ne deriva che non sono necessarie nuove Leggi, ma fondi per assumere medici, psicologi, assistenti sociali, riabilitatori, per non lasciare sempre più sguarniti di personale Servizi che attualmente hanno un deficit di operatori che va dal 25 al 70% in meno dello standard previsto. Nello specifico della Regione Molise, l’offerta di servizi per la Tutela della Salute Mentale presenta la gravissima criticità della scarsità delle risorse attribuite al settore. Dalla elaborazione dei dati disponibili dal Ministero e dalla conferenza Stato-Regioni, si evince un’attribuzione del 2,74 % della spesa sanitaria, collocando il Molise tra le ultime Regioni in Italia.
È irrinunciabile quindi perseguire come obiettivi:
- l’attribuzione di risorse;
- lo sviluppo e l’integrazione delle attività dei Servizi limitrofi (Ser.D., Neuropsichiatria Infantile, Consultori, Servizi per le disabilità intellettive e per l’Autismo);
- il consolidamento delle buone pratiche in tema di inserimento socio-lavorativo e stabilizzazione dei progetti a esso rivolti;
- la riorganizzazione sul territorio della residenzialità psichiatrica;
- l’attivazione di una adeguata residenzialità di carattere socio-sanitario;
- la piena attuazione della rete dei servizi semiresidenziali, quindi il potenziamento dei Centri Diurni;
- lo sviluppo e l’integrazione dei servizi per il trattamento dei pazienti con doppia diagnosi, disturbi del comportamento alimentare e dei disturbi di personalità;
- il riconoscimento e l’attuazione di percorsi specifici per gli esordi delle patologie psichiatriche e per tutte le situazioni di allarme per disturbi gravi;
- la tutela della Salute Mentale nelle Case Circondariali della Regione Molise;
- i programmi specifici e articolati per gli ex ospiti degli Ospedali psichiatrici giudiziari e delle successive strutture (Rems);
- la riorganizzazione in relazione alle sfide che comporta l’immigrazione.
Ciò può essere garantito sviluppando i raccordi nella rete dei servizi sanitari e socio-sanitari, favorendo l’integrazione tra assistenza sanitaria e interventi sociali per l’inclusione, nonché sostenendo il ruolo delle reti associative di utenti, di familiari, del privato sociale, che rappresentano componenti essenziali nei processi di cura rivolti alle persone sofferenti.
La riorganizzazione dei servizi in un’ottica di miglioramento dei trattamenti offerti non può che passare per il riconoscimento di diversi livelli di intervento, in prospettiva socio-sanitaria, con la strutturazione di percorsi di continuità terapeutica.
I presupposti indispensabili per orientare trattamenti, interventi e pratiche sono l’appropriatezza delle cure, l’equità nella distribuzione dei servizi, l’integrazione tra le potenzialità di tutte le Istituzioni del territorio, cosa che la Festa della Bellezza vuole celebrare e incentivare.
Il momento di riflessione sul senso della giornata e sulle interazioni, quelle già in essere e quelle stimolate dall’evento.
Dopo i saluti dei rappresentanti del Comune di Termoli e quelli istituzionali, non sono previste relazioni tecniche specifiche ma brevi interventi e ampio dibattito tra tutti i partecipanti.
Coordinerà l’incontro il Direttore del CSM, che si occuperà di introdurre la giornata di lavoro, descrivendone la ratio, i percorsi preparatori, gli obiettivi, le varie fasi e gli aspetti nucleari di partners e azioni in corso. La riflessione si snoderà come confronto tra Enti locali, Servizi, agenzie, Associazioni, cittadini, studenti, attori a qualsiasi titolo coinvolti e quindi interessati a processi virtuosi di promozione della “bellezza”, intesa come vivere spendendosi costantemente con leggerezza e sensibilità, perché non ci sia separazione tra l’attenzione all’interiorità di ognuno e il godimento del quotidiano, della casa, della città, dei luoghi di lavoro, in definitiva dello stesso pianeta che ci ospita.
L’ispirazione è fornita dalle mille storie e dalle mille narrazioni (necessariamente da ritenere “belle” e autentiche) che portano i fruitori di un Centro di Salute Mentale come di un ambulatorio medico, dei Servizi cosiddetti “sociali” di varia natura, di strutture religiose, così come di un’associazione sportiva o a finalità culturali.
In fin dei conti, l’obiettivo dell’evento è CONOSCERE E FARSI CONOSCERE. Alcuni Servizi e Istituzioni partecipanti hanno già in essere collaborazioni e progettazioni condivise; per altre le interazioni sono sporadiche; per altre ancora svariati motivi hanno limitato o addirittura impedito conoscenza e interazione. La preparazione della giornata ha già dato frutti in tal senso, ma l’evento dovrebbe essere un’occasione per un’analisi dei bisogni sanitari e sociali dei servizi e della popolazione, in relazione alle prestazioni offerte dal CSM, ma con una marcata attenzione alle problematiche al limite tra servizi limitrofi di carattere socio-sanitario e alle potenzialità di tutti i partners dell’evento. Ci si propone di pensare alla Giornata mondiale della Salute Mentale come punto di arrivo di un dialogo proficuo tra Servizi e come tempo zero delle sinergie possibili e potenzialmente attivabili, gettando le basi per l’ottimizzazione della fruibilità di quanto offerto da tutti.
La giornata sarà incentrata sul come sia necessario un cambio di paradigma; non più realtà isolate ma reti di collaborazioni che necessitano di una valutazione delle diverse realtà e dinamiche, tutte parte del sistema complessivo di cura e presa in carico della sofferenza, delle disabilità, delle difficoltà esistenziali.
Obiettivi di ricerca per Servizi più fruibili
L’iter preparatorio all’evento ha innescato un processo virtuoso tra i componenti la rete formale dei Servizi, ma anche in quella sorta di “reticolo collaterale” che porta linfa vitale al pensare e all’agire terapeutico complesso, indirizzato non solo agli individui ma ai sistemi che ne condividono l’esistenza.
In concomitanza con la progettazione della Festa della Bellezza, sono nate così varie idee progettuali. Solo a mo’ d’esempio, una è stata quella proposta da un gruppo di psicologi afferenti al CSM: partire da un lato dall’interrogarsi su quali rappresentazioni esprime il territorio intorno al concetto di Salute Mentale e ai Servizi, dall’altro lato interrogarsi sulle competenze valutative dei familiari i cui cari sono stati e sono in carico al CSM e con quali indicatori essi pensano di valutare i Servizi. I dati raccolti saranno discussi in focus-group con gli operatori per progettare interventi terapeutici più sistemici e programmi di formazioni e supervisioni sempre più fruibili.
Il piano di intervento per queste azioni vedrà l’esplorazione del concetto di salute mentale, ovvero cosa pazienti e i familiari pensano intorno al tema della salute mentale, come credono che la salute mentale venga trattata dal CSM e come credono che si possa migliorare il trattamento della salute mentale da parte dei Servizi pubblici di carattere socio-sanitario.
Una volta raccolti i dati, si potranno costruire gruppi di lavoro per costruire insieme una proposta formativa e di supervisione, che possa declinarsi tenendo a mente i bisogni che Pazienti, famiglie e territorio hanno espresso. Ciò produrrebbe come effetto collaterale virtuoso una riflessione sui criteri di valutazione dei Tecnici e il confronto con quelli dei familiari.
Una ricerca-intervento di questo tipo ci si augura possa poi travalicare i confini del Csm per poter essere utilizzata da altri Servizi (sanitari, quindi ASReM, ma anche sociali in senso più complessivo).
Dr. Angelo Malinconico
Direttore Area Basso Molise
Dipartimento Regionale Salute Mentale